Quando
ancora non esistevano le previsioni del tempo, alcuni eventi della natura
potevano permettere di prevedere che tempo avrebbe fatto, o almeno così si
diceva. Ad esempio, quando il gatto si lavavae con la zampa oltrepassava
l’orecchio, allora significava che si stava avvicinando la pioggia o quando le
mucche erano particolarmente nervose significava che il tempo stava per
cambiare.
“Cal’è
in càsa e piói è màccu ca si mói”
(chi
è in casa e piove, è matto se si muove)
Quando
piove è meglio rimanere a casa.
“Càndu
càla lu dì, no v’à più sóli”
(Trad.
quando cala il giorno non c’è più sole)
Quando
cala la sera si sa che scompare anche il sole. Bisogna cogliere l’attimo e non
rimandare perché poi potrebbe essere troppo tardi.
“Da
la matinàta si ìdi lu bon dì”
(Trad.
il buon giorno si vede dal mattino)
Come
l’esito di una giornata si può prevedere dalle prime ore del mattino, spesso il
carattere di una persona si vede già dall’infanzia.
“Nìi
malzulìna da la séra a la matìna”
(Trad.
neve marzolina, dalla sera alla mattina)
La
neve di marzo dura poco; se nevica la sera, la mattina non c’è già più.
“Taulàra
incappucciata, l’èa assicurata”
(Trad.
Tavolara incappucciata, l’acqua è assicurata)
Quando
Tavolara è coperta da una cappa di nuvole probabilmente sta per piovere.
“Timpuràli
di màni pièna rìu e funtàni”
(Trad.
temporale di mattina riempie i fiumi e le fonti)
Si
diceva che i temporali mattutini avessero avuto la capacità di colmare i fiumi
e le fonti.
“Tròni
di séra spànna custéra”
(Trad.
tuoni di sera rischiarano la costiera)
I
tuoni serali annunciavano il susseguirsi di una bella giornata. Ai primi tuoni
di marzo si usava battere i cassetti ché così si sarebbero riempiti di soldi;
ai bambini, invece, veniva detto di rotolarsi per terra perché così non gli
sarebbe venuto il mal di pancia.
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